Una terra da riscattare

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

 

Pubblicato in «I Vespri», 06/07/2013, pg.18, tot .p. 1 http://www.ivespri.com

La Sicilia da sempre è stata considerata una terra in cui non si può trovare lavoro, da cui bisogna partire alla ricerca della propria fortuna. Eppure, è una terra ricca di risorse da valorizzare. Nel film “Nuovo cinema Paradiso”, di Giuseppe Tornatore, il vecchio dice al ragazzo: «ognuno di noi ha una stella da seguire, vattinni, fino a quando ci sei tutti i giorni ti senti al centro del mondo, ti sembra che non cambia mai niente poi parti, un anno, due e quando torni è cambiato tutto, si rompe il film, non trovi chi volevi trovare, le tue cose non ci sono più, bisogna andare via per molto tempo, per moltissimi anni per ritrovare, al ritorno, la tua gente, la terra dove sei nato». La tematica del viaggio alla ricerca del proprio destino è tutt’ora ricorrente, ancora oggi molti giovani si vedono costretti ad evadere dalla propria terra, strappano legami affettivi che difficilmente saranno risanati. Partono verso una meta sconosciuta, dove saranno accolti da sconosciuti e soprattutto dove mille altri sconosciuti gareggiano per guadagnarsi da vivere. Anche nel romanzo “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini, viene affrontato il tema della partenza dalla terra natia e il ritorno dopo anni. Si ha, qui, un’autobiografia narrata attraverso un personaggio chiamato Silvestro Ferrauto. Un uomo trasferitosi al nord per lavoro e dopo anni intraprende un viaggio per raggiungere la sua terra. Percorre tutta l’Italia rivivendo con flshback episodi del passato che si intersecano con scene del presente, come tessere di un mosaico che ricompongono un’identità: persone, parenti, situazioni del suo passato. Un viaggio fisico e geografico che si trasforma in viaggio interiore alla ricerca del proprio io nelle proprie origini. Una vita strappata dal proprio habitat solo per la ricerca di un lavoro. Già solo questo sacrificio denota l’importanza di poter lavorare. Un bisogno che dovrebbe essere soddisfatto in qualsiasi luogo. Vittorini compone la sua opera nella ricerca di rispondere ad inquietanti domande sul presente e sul futuro, percorrendo strade del passato. Il tutto sotto forma di dialogo, di conversazione, da cui prende il titolo. Lo scrittore affida al proprio libro un messaggio di speranza di riscatto, una sorta di promessa di libertà. Una promessa non ancora giunta, per la terra della Sicilia, in cui molte problematiche sono diramate e peggiorate dalla crisi di questi tempi. Una terra ricca di risorse non ancora comprese che attende da troppo tempo il suo riscatto.